Con estrema gioia promuovo una band U.S.A. fresca e molto interessante … The Wild Feathers. Le loro influenze sono illustri. Tocca, infatti, “scomodare” una moltitudine di mostri sacri del Rock. Giusto per citarne alcuni … Jayhawks, Lynyrd Skynyrd, Allman Brothers Band, Tom Petty & Heartbreakers, Eagles, CSN, Ryan Adams, ma anche un pò di Bob Seger & Silver Bullet Band, John Cougar Mellencamp and more.
Le loro caratteristiche principali sono l’interessante alternanza alle voci, le grandiose armonie vocali, l’uso sapiente delle chitarre e gli accattivanti riff, non dimenticando la notevole qualità compositiva dei pezzi. Proprio le tracks risultano dotate di una struttura melodica estremamente intrigante che solo i grandi riescono a realizzare. In ultimo sono anche dei discreti musicisti anche se non c’è nessuno dei componenti che si mette particolarmente in mostra. Per carità, non inventano nulla di nuovo. Il loro intento è seguire magistralmente le impronte dei maestri.
Ascoltando il CD appena spacchettato di questa nuova band, non posso fare a meno di notare le influenze sonore citate che, nonostante tutto, non tolgono nulla all’originalità espressiva dell’intero lavoro. Il tutto è sapientemente confezionati per lasciare l’ascoltatore a bocca aperta e con la mente impegnata a spolverare i meandri del proprio iPod cerebrale, alla ricerca delle “sorgenti” sonore perdute.
In tutto l’album si respira aria di Southern / Country / Rock con un mix molto sapiente e straordinariamente maturo. Ottimo esordio discografico per una major e prodotto dal sapiente John “Jay” Joyce.
Si comincia bene con “Backwoods Company” Lynyrd Skynyrd, Tom Petty e Allman Brothers Band. Riff strepitosi per un Southern Rock bello tirato.
Segue “American“, brano con tracce di Eagles e Tom Petty nei suoni. Sempre riff molto accattivanti e chitarre ben presenti. Notevoli anche per le armonie vocali.
“I Can Have You” è un pezzo alla Jayhawks … infatti figura anche il buon Gary Louris tra i numerosi autori del brano. Semplicemente strepitoso.
A seguire una track molto country a ricordare il migliore Ryan Adams o qualche Eagles song … “Tall Boots“.
Il quinto brano, “The Ceiling” è il migliore del lavoro. Interessante riff, ottimo crescendo, bella struttura melodica e fantastiche armonie vocali. Rimane di stampo country ma si spinge oltre …. oltre 6 minuti di instancabile musica. A tratti ricorda una marcia, nel ritornello accelera il passo con travolgente cambio di ritmo, in alcuni momenti rallenta e le note vocali risultano piacevolmente tirate, e mentre la canzone sembra finita, riparte in un canto liberatorio per riprendere in un degno finale. Semplicemente grandiosa.
Per quanto mi riguarda una delle tracks migliori di questo 2013 da una delle migliori Band vocali da molti anni a questa parte … Imperdibile.
Torniamo nei dintorni di Lynyrd Skynard con “Left My Woman“, track basata sulla multitudine delle voci. Armonie ariose alla Eagles con accativante alternanza alla Lead vocal da parte dei componenti delle “Piume Selvagge” (ne conto quattro … se non sbaglio). Una di queste risulta molto Southern, tipica dei Lynyrd Skynyrd
Con “I’m Alive” pur rimanendo personali, riescono a sfiorare la gloria di artisti come Tom Petty, John Cougar Mellencamp (più Cougar che Mellencamp) ma anche Ryan Adams o i mai dimenticati Jayhawks.
Arriva “Hard Wind” e torniamo nel profondo sud … Allman Brothers Band e gli Skynyrd con un riff alla Tom Petty & the Heratbreakers.
“If You Don’t Love Me” è brano con la semplice struttura melodica alla Jayhawks e sfiorata da un Ryan Adams d’annata.
Altri sei minuti intensi …Allman Brothers Band, Lynyrd Skynyrd e disturbiamo anche Bob Seger per questa bellissima ballata dal finale a sorpresa. Si chiama “Hard Times“. Menzione particolare per la parte conclusiva del brano, completamente strumentale ed acustica. Sarebbe perfetta su un album della premiata ditta CSN.
“Got It Wrong” canzoncina semplice, più commerciale. Per l’uso della doppia voce ricorda sempre i Jayhawks ma anche le Harmony vocals della Country Band Restless Heart.
Arriva l’ultima “How” risulta molto personale e porta la band verso sonorità velatamente soul. Un bellissimo pezzo con una bella voce e dalla struttura pianistica, impreziosita da magistrali e diversificati interventi chitarristici. Da considerare come intensa ballata. Se vogliamo sforzarci a trovare delle influenze, potremmo citare The Band.
Da segnalare che la versione download di questo lavoro presenta due brani in più che ancora non ho avuto il piacere di sentire. Le solite cazzate delle major discografiche. La prima Bonus track è “Kitchen Breeze“, song tipicamente country senza molte pretese. La seconda cattura particolarmente la mia attenzione. Ritmo cadenzato e sound country alternativo per “Wine & Vinegar” molto alla Jayhawks. Disponibili anche in Spotify … album + bonus tracks.
In definitiva …. un ottimo album di Souther/Country … Classic Rock confezionato da una band al suo esordio discografico, e questo non è assolutamente poco. Se amate questo genere e gli artisti menzionati, non potete assolutamente lasciarvi sfuggire questo lavoro.
In testa senza discussioni alla mia personale classifica di miglior album dell’anno.
Sono nuovi ma suonano già grandi … The Wild Feathers. E’ questo è solo l’inizio.
Dopo il sorprendente “Gentle Spirit” del 2011 Jonathan Wilson va oltre e stupisce ancora. Il nuovo Album “Fanfare“, come il precedente, è completamente fuori dal tempo, immerso nelle sonorità tipiche anni ’70. Provate a farlo sentire senza dire nulla ad un reduce di Woodstock e penserà di averlo perso nei meandri degli scaffali dei negozi di dischi di quel glorioso periodo.
Ma chi è Jonathan Wilson? Questa è la domanda che vi verrebbe posta. Bene, la risposta dovrebbe essere: “un ragazzo americano classe ’74”
Aspettatevi un “ma che cazzo dici? Mi prendi per il culo?”
A quel punto sarete costretti a dire che il “ragazzo” si chiama Jonathan Wilson e suona chitarre, piano, tastiere, batteria … multistrumentista, il quale ha pubblicato nel 2013 questo album composto, prodotto, registrato, arrangiato e mixato da lui in persona. Come se non bastasse, nel disco compare chi a Woodstock era protagonista o comunque annusava già quell’aria … David Crosby, Graham Nash e Jackson Browne.
Rispetto al lavoro precedente, Jonathan esce dai dintorni di Laurel Canyon (strada che attraversa le colline di Hollywood e Los Angeles, rifugio della cultura alternativa e musicale anni settanta) per trasferirsi in una Londra post Beatles e pre Pink Floyd, pullulante di psichedelica e Rock progressivo. Infatti l’attuale suono racchiude una moltitudine di influenze di quegli anni. Una sorta di West Coast Music seventy amalgamata al sound Rock Psichedelico e Progress tipicamente English. I riferimenti rimangono solidamente in mano ai grandi del genere, ovvero: Crosby Stills Nash & Young, Joni Mitchell, Jackson Browne, The Byrds, Chris Hillman, Gene Clark, Michael Clarke, Roger McGuinn, Frank Zappa, Bonnie Raitt, John Hall, The Doobie Brothers, ma anche Springsteen, The Doors e molti altri artisti che transitavano quei mitici luoghi. Da questo ambiente prese forma il mitico progetto “No Nuke” per intenderci. In suoni in Fanfare, oltre ad essere influenzati dagli artisti appena menzionati, si scorgono chiari riferimenti ai Beatles del periodo Revolver/Abbey Road e ai Pink Floyd pre The Wall.
Veniamo all’album …. Inizio dai suoni epici con “Fanfare” e non poteva esserci titolo ed inizio più azzeccato. Sperimentale !!!
“Dear friend” inizio da altri tempi, tra Beatles e suoni inizio anni ’70 alla CSN&Y e Traffic con qualche momento alla Eagles del periodo “Desperado“. È un pezzo lungo con una splendida parte strumentale finale perfettamente collocata nel periodo Psichedelico e progress della West Coast … ma non solo. Variegata !!!
Con “Her Hair is Growing Long” sembra di sentire una suite alla David Crosby, amico di Wilson che sentiremo collaborare direttamente più avanti in questo lavoro. Track prevalentemente acustica, suonata in maniera cristallina e intimista. Remember … !!!
Arriva il momento del Rock con “Love to Love” e siamo nell’emisfero Tom Petty. Track con ritornello orecchiabile e ottimi cambi di ritmo. Splendida !!!
Non facciamoci fuorviare dal titolo, “Future Vision” rientra nelle sonorità generali dell’intero album con barlumi di “Abbey Road” e Floyd . Prevalentemente mi riportano al sound tipico dei 10cc. Grandissimo pezzo dai molteplici cambi di sonorità e dai svariati colori. Past to present !!!
“Moses Pain” ha ospiti illustri … Jackson Browne e Graham Nash, due tra le voci più caratteristiche di quel periodo e non solo. Il brano sembra uscire tra i solchi perduti di un album di Browne. Il finale è da Eagles. Quasi imbarazzante il ricordo a “Desperado”. Bellissima !!!
L’acustica “Cecil Taylor” sembra composta da David Crosby. Proprio per questo compare David con l’amico fidato Graham per restituire le perfette sonorità cara a CN di quel mitico periodo. Lunga e dalla struttura diversificata rappresenta il capolavoro dell’album. Cristallina e delicata … il brano più riuscito. Magistrale !!!
“Illumination” apre alla memoria di band come The Black Crowes. Forse per l’uso di effetti dipo wah wah o per suoni sporchi quel tanto che basta. Distorta !!!
Ora ho capito … il riferimento ai Pink Floyd nasce anche per la somiglianza della voce e del cantato tra Jonathan ed il buon Roger Waters. In “Desert Trip” si nota in maniera più palesata. Evocativa !!!
“Fazon” mostra evidenti influenze e strizza l’occhiolino alla Steve Miller Band. Suoni puliti e fiati in bella evidenza. Molto orecchiabile … vi metterete a cantare anche voi “Fa fa fa fafafafazon fazon fazon” Un sicuro brano da classifica …. 30 anni fa. Interessante !!!
Continuando il cammino già intrapreso dal precedente album del sound tipico del Laurel Canyon, ci imbattiamo in “New Mexico“. Sarebbe perfettamente plausibile in un primo album di Eagles (On the Border) come in quello dei migliori Traffic (John Barleycorn Must Die) oppure di CSN&Y (Déjà vu) anche se il solo di chitarra ricorda David Gilmour. A mio personale parere, la track migliore dell’album. Grandiosa !!!
“Lovestrong” altro capolavoro. Lunga e con divagazioni sonore e strumentali di notevole impatto. Uscendo dal seminato, quasi alla Pink Floyd. Intensa !!!
Conclude il lavoro “All the Way Down“, un brano impegnativo dalle sonorità più classiche e intense. Impegnativa !!!
Musica sicuramente derivativa, ma non copiativa ….. magari commemorativa, evocativa di un periodo ben preciso e irripetibile . Di questi tempi averne di album di questo tipo e con questa levatura. La partecipazione dei suoi colleghi … i mostri sacrei, deve essere sicuramente il giusto riconoscimento al cammino di questo artista.
Un insieme di tante influenze … molta unicità. Lunga vita al Rock californiano, al sound West Coast seventy, in attesa della prossima sicura sorpresa. Segnatevi questo nome … Jonathan Wilson.
Attenzione a questo nome …. Mikaela Shiffrin. La bella statunitense migliora a vista d’occhio e punta alla Coppa del Mondo Generale. Il mio pronostico la mette sul podio a fine stagione … vediamo quale gradino.
Anche la Gut è da tenere in considerazione per la Coppa ma quando il gioco si fa duro … la Tina vince 😉