Jovanotti Live in USA – Youtube

Segnalo questo splendito video pubblicato in youtube registrato live in studio presso la KEXP Radio di Seattle. Grande performance. Adoro queste esibizioni di grande impatto emotivo.
Non sono un fan convinto di Jovanotti ma devo riconoscere che, oltre a realizzare alcuni veri capolavori della canzone Italiana, possiede quella rara carica artistica dettata da pura passione e forte desiderio di sperimentazione. Il tutto per evitare sempre qualcosa di ovvio e banale. Basta vedere anche Live Emilia e tutti i suoi interessanti interventi con i diversi artisti coinvolti.

Sempre organizzato da KEXP Radio, interessante evento presso negozio di Biciclette in Seattle.
Live on KEXP from Mellow Johnny’s Bike Shop in Austin, TX, during SXSW. Recorded on March 15, 2013.
Full Performance

Songs:
Piove
Attaccami La Spina
Bella
Penso Positivo
Penelope
L’elemento Umano
Sulla Frontiera

Whiskey Myers …. dal profondo Sud

Direttamente dai peggiori bar ….. del sud (non di Caracas) una giovane Band energica!
I Whiskey Myers con il loro Southern Rock alla Lynyrd Skynyrd (“Sweet Home Alabama” – “Free Bird“…… and more …. per intenderci) e due splendidi album all’attivo, sono una piacevole certezza.
Sentite il Cd “Firewater” del 2011 che suoni e che riff. Ma soprattutto il primo “Road of Life” del 2008 ha una tale freschezza e spontaneità che lascia piacevolmente colpiti. Il titolo la dice già lunga sulla loro vera dimensione “On The Road” ….. sempre in quei locali fumosi e “alcolici”, come evidenziato dal loro stesso nome e citati all’inizio.
Buon ascolto e Buona MusicA a tutti.

Ascolta “Road of Life” del 2008 su Spotify
Ascolta “Firewater” del 2011 su Spotify

www.whiskeymyers.com
www.youtube.com

La Coppa del Mondo di Sci chiude per Ferie

Si chiude la Coppa del Mondo di Sci ma gli Azzurri sembrano averla già archiviata da due weekend. Giornata pessima in tutti i sensi, completata con le notizie che confermano l’infortunio per Denise Karbon a seguito della brutta inforcata mentre inseguiva un meritato podio in Slalom Gigante.
I maschietti? Il solito Moelgg migliore degli Italiani ma sotto tono e decisamente provato da una stagione logorante e dalla recente caduta in allenamento.
In questa stagione le squadra di Gigante e di Speciale complessivamente hanno deluso le aspettative. Avevamo grandi ambizioni con lo squadrone a disposizione ma solo Manni ha tenuto botta. Cosa diversa per le discipline veloci dove i nostri hanno fatto grandi cose, vincendo le gare più importanti della stagione con Paris, Innerhofer e Marsaglia. Le donne hanno fatto vedere a sprazzi di esserci ma è mancato l’acuto, anche per colpa della “piglia tutto” Maze. Però, in fondo, un po’ di tricolore ha vinto (stravinto) la coppa con lei, visto che il suo team è tutto Italiano!
Avvincente il duello finale per la coppa di Slalom Speciale tra la Maze e la Shiffrin, vinta da quest’ultima con tre quarti di manche da vero manuale. In realtà è stata proprio la Maze a perdere la Coppa, controllando esageratamente il grande vantaggio della prima manche e sciando stranamente in modo contratto. Non da lei. Forse è tornata umana?
In definitiva, con le sue 4 vittorie su 10 gare per un totale di 8 podi complessivi e la medaglia d’Oro ai Mondiali, la giovane Mikaela Shiffrin ha meritato la conquista della Coppa di specialità a soli 18 anni. Un vero portento di rara semplicità! Per il resto c’è solo un’immensa Tina Maze, e da suo tifoso, ne sono pienamente contento. Vittoria piena con più del doppio dei punti sulla seconda classificata e battendo ogni record, compreso quello del numero di podi (24) nella stessa stagione.
In campo maschile Marcel Hirscher vince la Coppa del Mondo generale e la coppetta di Slalom Speciale mentre Svindal, secondo in Coppa, domina in SuperG e Discesa libera. Menzione a parte per Ted Ligety che stravince in Gigante con una classe pura e assoluta. Un vero spettacolo della natura.
Rimane il rammarico per Manfred “Manni” Moelgg dopo il sorpasso di Pinturault all’ultima gara e la perdita del podio nella Coppetta di Slalom Speciale.
Le cose più belle della stagione?
– Tutte le gare di Ligety in Gigante, la mia disciplina preferita.
– Tutte le battaglie tra Hirscher, Felix Neureuther, André Myhrer, Ivica Kostelic e il nostro Moelgg.
– Le vittorie di Dominic Paris a Bormio e Kitzbühel
– Le vittorie di Garmisch-Partenkirchen, Wengen e Beaver Creek
– Il weekend di Adelboden e di Kitz
– I mondiali
– Gli azzurri che nel bene e nel male emozionano sempre!
Sono già in crisi d’astinenza!!
W gli sport sani! W gli sport veri! W gli sport dove non ti vendi i risultati…… W lo sci!!!

Amara fine per la stagione di Coppa del Mondo di Sci

Così finisce la corsa alla conquista della faticosissima coppa di cristallo di Sci 2012/13. Dopo gli annullamenti delle due gare veloci e il comunicato di Svindal di non partecipare alla conclusiva gara di slalom Speciale, i giochi si chiudono e Hirscher si porta a casa il trofeo per il secondo anno consecutivo (ancora ingiustamente). Aksel, durante il recente comunicato, rende merito al vincitore, Marcel Hirscher, affermandone i meriti e riconoscendo la splendida stagione dell’Austriaco. Una dimostrazione di estrema sportività, tipica del campione Norvegese, che lo rende grande anche fuori dalle piste. Hirscher al contrario, considerati gli eventi dell’anno scorso, è lontano mille miglia. W Svindal! Vincitore morale!
Peccato per questo finale non degno di una faticosa stagione di intense gare. Hirscher, oltre all’indubbia bravura, continua ad essere estremamente fortunato.
I nostri complessivamente positivi, specialmente Manfred “Manni” Moelgg (ancora in lotta per i podi di specialità e settimo in classifica generale), Dominik Paris (terzo in Coppa di Discesa), Matteo Marsaglia (secondo nella Coppa di SuperG) e in parte Christof Innerhofer (quarto in Discesa). Speriamo in maggiore continuità dei singoli per la stagione prossima!!! Forza Azzurri!!!

Manolenta Old Style – Eric Clapton pubblica il suo nuovo lavoro “Old Sock”

Lasciando da parte i “calzini vecchi”, sperando non siano sporchi, parlerei prevalentemente di “Manolenta Old Style”, ovvero, musica che ricorda i fasti del passato del bravo Eric.
Le prime sensazioni durante l’Ascolto di “Old Sock” by Eric Clapton portano inevitabilmente ad una raccolta di brani di periodi diversi. “Che scoperta” direte voi, sono quasi tutte cover più o meno famose di artisti più o meno stratosferici, con eccezione di due belle tracks inedite.
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Sembra di sentire outtake tratte da vari lavori storici di manolenta. Forse questa sensazione è dovuta alla scelta dei vari arrangiamenti che ricordano diversi periodi e determinati lavori del nostro. Basta sentire “Gonna Get Over” per ritornare al periodo “August” o “Behind the Sun” oppure “Further On Down the Road” che sembra direttamente uscita dai primi anni 70, con gli arrangiamenti del periodo, la batteria molto “lontana” e i cori alla Marcy Levy. Per non parlare della voce in “Angel” (di J.J. Cale) che ripropone Eric con un cantato molto vicino al modello originale ma anche al periodo storico di riferimento.
Nell’insieme un lavoro molto curato. Intriso di feeling e passione. L’ascolto di queste tracce a 24bit acquistate su hdtracks.com scorre via piacevolmente. Il filo conduttore dell’intero lavoro, come fa già intendere il titolo, è la tradizione. Ci sono tutti gli ingredienti del passato: blues, country, reggae, soul, rock, fino al conclusivo traditional. Tutto il resto lo mette il nostro con la preziosa collaborazione di molti Amici di indubbio calibro. Alcuni nomi: J.J. Cale, Chaka Khan, Paul McCartney, Taj Mahal, Steve Winwood, Matt Rollings & more……. Per non parlare della band, ovvero: Steve Gadd (batteria), Willie Weeks (basso) e Chris Stainton (tastiere).
L’inizio è subito promettente. “Further On Down the Road” di Taj Mahal mette subito in chiaro di che pasta è fatto questo ventesimo lavoro in studio di Clapton.
Uno dei brani più riusciti e struggenti trovo sia la cover di “Still Got the Blues (For You)“, doveroso omaggio al grande chitarrista Inglese Gary Moore scomparso nel 2011.
I nuovi brani “Gotta Get Over” e soprattutto “Every Little Thing” fanno il loro dovere e la loro “sporca” figura. Ma una delle più grandi caratteristiche di Manolenta è riuscire ad esaltare i brani di altri in maniera sublime, facendoli completamente “suoi” e trasformandoli in puri capolavori. Due del passato su tutti “Cocaine” di J.J. Cale e “I Shot the Sheriff” di Bob Marley. Per questo e per tutte le considerazioni fatte, il progetto è sicuramente riuscito e promosso a pieni voti.
Piccola parentesi sulla copertina. Anche se non ho più il piacere di averla fisicamente in mano, che trovo essere un punto assolutamente a sfavore di questa nuova modalità di acquisto (downloaded file), trovo la scelta estetica discutibile. Anche se non ho più il piacere di averla fisicamente in mano, punto assolutamente a sfavore di questa nuova modalità di acquisto, la scelta la trovo discutibile. Lo considerò, però, un punto assolutamente marginale. La Musica viene prima di tutto, e in questo è assolutamente … indiscutibile!!!

Buona MusicA a tutti!!!

Ascolta con Spotify

Slowhand Old Style – Eric Clapton publishes hi new work “Old Sock”

Leaving aside the “old socks”, hoping they are not dirty, I would like to talk primarily of “Slowhand Old Style”, in other words, music that reminds of the capable Eric’s past splendour.
The first sensations during the listening of “Old Sock” by Eric Clapton necessarily lead to a collection of songs from different periods. “What a surprise” you will say, they are almost all more or less well-known covers of more or less stratospheric artists, with the exception of two good unreleased tracks.

It looks like listening to outtakes taken from various historical works by Slowhand. Maybe this feeling is due to the choice of the various arrangements that remind to different periods and certain works of the present one. It is sufficient to listen to “Gonna Get Over” to go back to the period of “August” or “Behind the Sun” or “Further On Down the Road” that look like coming out directly from the beginning of the 70’s, with the arrangements of that period, the drums very “far away” and the chorus in Marcy Levy’s style. Say nothing of the voice in “Angel” (of J.J. Cale) that Eric proposes again with a singing very close both to the original model, but also to the historical period it refers to.
On the whole a very well-finished work. Impregnated of feeling and passion. The listening of these tracks, bought on hdtracks.com, flows agreeably. The leading thread of the whole work, as one can indeed understand from the title itself, is tradition. There are all the ingredients of the past: blues, country, reggae, soul, rock, up to the final traditional. All the rest is laid by our man with the precious cooperation of many friends of undeniable level. Some names: J.J. Cale, Chaka Khan, Paul McCartney, Taj Mahal, Steve Winwood, Matt Rollings & more……. Say nothing of the band, that is: Steve Gadd (percussion), Willie Weeks (bas guitar) and Chris Stainton (keyboards).
The beginning is immediately promising. “Further On Down the Road” by Taj Mahal clearly shows at once what this 20th work in studio by Clapton is made of.
I believe one of the most successful and moving song is the cover of “Still Got the Blues (For You)”, proper tribute to the great English guitar player Gary Moore passed away in 2011.
The new songs “Gotta Get Over” and most of all “Every Little Thing” do their duty and scrub up pretty good. Anyway one of the most remarkable peculiarities of Slow Hand is to be able to enhance in a sublime way the songs of others, making them fully “his own” and transforming them into plain masterpieces. Two songs of the past, mostly “Cocaine” by J.J. Cale and ”I Shot the Sheriff” by Bob Marley. For this reason and for all the considerations previously done, the project has for sure well succeeded and passes with highest honours.
Brief digression regarding the album cover. Although I do no longer have the pleasure to have it physically in my hands (downloaded file), which I do think is quite a disadvantageous aspect of this new buying method, I find the aesthetic choice quite questionable. Anyway I do consider this a quite marginal aspect. Music always comes first, and this is absolutely … unquestionable!!!

Good Music … to all!!!

Listen to Spotify

Kranjska Gora: scandalo annunciato

Oggi sci d’acqua e ski-cross a Kranjska Gora. Pista in condizioni scandalose, come sciare sul sapone. Vince Kostelic ma in realtà, sarebbe più giusto dire, ha perso Pinturault. Il Francese ha sbagliato nella seconda manche pur avendo un vantaggio notevole da gestire.
Italiani? No comment. Il solito Moelgg primo del gruppo ma prova non all’altezza. Tutti gli altri più o meno fuori … anche di testa (vedi i numeri di Gross).
Chi ha “vinto” senza arrivare primo è il solito Hirscher. È sicuramente bravissimo ma ha anche altrettanto C……. Sbaglia nella prima, gli altri che scendono dopo trovano la pista distrutta. In situazioni normali, con 2 secondi finivi intorno alla 20 posizione, invece si ritrova a pochi centesimi dal podio. Nella seconda tutti sbagliano, permettendogli di fare i punti necessari per vincere praticamente la Coppa del Mondo generale. In definitiva…. un disastro. Io tifavo per Svindal (ammetto di avere ancora risentimenti per il suo comportamento della stagione scorsa).
Piccola considerazione finale sul calendario. Possibile non capire che a marzo non è proprio possibile pensare di gareggiare a bassa quota, in località con latitudine di questo tipo e troppo vicino alle correnti marine? Assurdo!!!!!! Rivogliamo Kranjska Gora a gennaio, ghiacciata e impegnativa come la sua storia merita!!!

The Lone Bellow

Segnalo l’opera prima di questo gruppo USA che evidenzia il particolare momento culturale che attraversa oggi l’America.
Come per altri periodi (vedi anni ’90 e relativo movimento “Grunge”) si nota un proliferare di gruppi emergenti comunemente etichettati (che brutta termine) in modo abbastanza casuale a seconda dell’ispirazione creativa del divulgatore, usando termini come country / folk / alternative / roots / americana…. è potrei inutilmente continuare.
Queste Band sono tutte sostenute dall’intera nazione, come si nota dalle classifiche di “vendita” (termine che oggi deve fare i conti anche e soprattutto con il download). Conseguentemente emergono ulteriori nuove Band, spinte da alcuni gruppi che fanno da capofila. Solo alcuni esempi? Zac Brown Band, Wilco, Son Volt, The Avett Brothers, Fleet Foxes, Calexico, The Lumineers, Drew Holcomb And The Neighbors, Band of Horses, ma anche in parte il successo dei Black Keys con “El Camino”, Rock album dell’anno 2012 ma con sonorità “alternative”.
The Lone Bellow è una di queste nuove e piacevoli realtà che rientrano nella categoria folk ma anche country/rock. Infatti a tratti sono più folk (You Never Need Nobody), in altri maggiormente country (Looking for you) mentre in altri il Rock prevale (Bleeding out).
Aperta la parentesi ——-
Qualcuno si sarà chiesto perché all’inizio è stato messo il grassetto al termine “culturale”. Bene, il motivo è semplice. Negli Stati Uniti la musica è considerata cultura mentre da noi NO. Infatti, contrariamente ai libri, i dischi sono tassati al 21% come qualsiasi bene di consumo. Lo trovo scandaloso. Questo ha aggravato la crisi del settore, cominciata molto prima di quella internazionale che purtroppo conosciamo. Un cambiamento in merito sarebbe un segno importante da dare anche ai giovani che sono cresciuti “rubando” nel web a piacimento e cercare, invece, di contrastare questo meccanismo perverso di “furto” incontrollato. Per non parlare dei prezzi di acquisto di qualsiasi CD o DVD nei negozi abituali, i quali pagano regolarmente IVA e tasse al contrario degli store online che “vivono” in paesi fiscalmente “non sostenibili”, ovvero che provocano problemi di occupazione nei paesi dove effettuano il loro business.
Chiusa la parentesi——
Tornando alla Musica, questo lavoro è caratterizzato dal giusto mix di generi in un’amalgama piacevolissima e mai monotona. Altro aspetto interessante è la Lead vocal di Zach Williams e la sua vena compositiva. Quest’ultima è nata a seguito di un incidente accaduto a sua moglie che poteva causarne la morte. I testi hanno questo tipo di scrittura. Orientati ai valori della vita, alla famiglia e alla fede. L’uso della voce enfatizza molto tutti questi aspetti.
Nonostante l’intensitá del lavoro e di quanto detto, il disco scorre molto bene e non mi lascia con la tristezza nel cuore e nell’anima. Il sapiente alternare brani e atmosfere, rendono tutto molto piacevole e assolutamente personale.
Un buon inizio di percorso per questo trio interessante. Scusate, gli altri due membri che fanno egregiamente la loro parte sono Brian Elmquist e Kanene Pipkin.
Buona MusicA a tutti!

Boz Scaggs – Memphis

Segnalo l’uscita di “Memphis”, ultimo sforzo discografico di Boz Scaggs.
Visto la caratura del personaggio, trovo doveroso fare una breve introduzione. La sua avventura iniza nel 1965 come singer e songwriter. Si unisce brevemente alla Steve Miller Band. Il successo arriva solo nel 1976 conquistando un Grammy Award con il multipremiato “Silk Degrees“. Gli anni successivi hanno confermato il suo indubbio personale talento e la sua riconosciuta originalità anche grazie ad una voce particolare e fuori da ogni riferimento conosciuto.
Il mio album preferito è proprio “Silk Degrees” con la collaborazione anche compositiva di David Paich, autore dei più grandi successi dei Toto (Hold the Line su tutte). Sono presenti in modo massiccio anche i restanti futuri Toto (ricordo che siamo nel 1976 e i Toto si formeranno solo nel ’78) David Hungate (memorabile il suo lavoro al basso) Steve Porcaro (talentuoso e mai invadente) e Jeff Porcaro (strepitoso e preciso come sempre nella sua non sufficientemente lunga vita). Proprio questi momenti professionali avranno probabilmente determinato l’idea Toto.
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Questo nuovo lavoro, che vede il suo ritorno dopo anni di assenza dal Music business, è fatto di brani inediti e di cover illustri (Steely Dan, Al Green, Mink De Ville, Brook Benton, The Moments, Moon Martin, Jimmy Reed) .

Il suono è caratterizzato dalla fusione di generi diversi. Il Rock classico in primo piano, con interventi Jazz, R&B e Blues a creare il suo solito “Scaggs sound”.

Ho evitato il supporto fisico acquistando i flac 24bit su HDtracks.com e sono pienamente ripagato (non a livello economico, anche se ho aderito ad una promozione).
Il suono è curato in ogni dettaglio. Grandissimo feeling. Tutti i musicisti coinvolti girano alla grande. Saranno a breve in tour ma tanto la nostra penisola la sorvolano quasi tutti letteralmente. Inutile farsi false speranze.

Complessivamente un lavoro molto bello e assolutamente in linea con i suoi più riusciti lavori, forse anche più “sentito”. Sicuramente eseguite con maggior mestiere. Non ho individuato delle tracks migliori di altre, anche se la prima “Gone Baby Gone” inizia con il piede giusto. Tutte le songs sono di altissimo livello.

Un piacevole ritorno di un musicista con quasi 50 anni di attività senza darla minimamente a vedere. La Potremmo considerare una seconda giovinezza.
Complimenti Boz! Se poi vorrai smentirmi e “scenderai” da noi, io ci sarò!
Buona Musica a tutti.

Ascolta Memphis su Spotify

www.bozscaggs.com

The Band of Heathens – Top Hat Crow & The Clapmaster’s Son

Mi sono imbattuto per puro caso e vera fortuna in questo lavoro di The Band of Heatheans. Top Hat Crown & the Clapmaster’s son è uscito nel 2011 in maniera
indipendente. Inserito il CD nel lettore sono rimasto folgorato dal suono maturo di questa band del Texas. Scopro, quindi, che sono attivi dal 2005 e sono al loro terzo album ma con una notevole produzione Live. Quindi intuisco subito che sono musicisti formati on the road.
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Il disco inizia subito alla grande con “Medicine Man”, un rock blues che sembra uscito da un locale fumoso anni ‘70. I ragazzi ci sanno fare alla grande. La chitarra elettrica ed il piano che sembrano duellare senza mai scontrarsi. La voce del cantante è molto personale e piacevole. Calda al punto giusto e graffiante quando serve. Tutto il disco sorprende per i continui cambi al “timone” vocale. Le note di copertina mi dicono che sono in tre che principalmente si alternano al canto.
Si prosegue con “Should Have Known”. Un brano molto alla “Stones”. Rock e R&B al punto giusto. Molto, molto bella.
Si passa a “Polaroid” dalla struttura più easy in stile “Americana”. Particolarmente piacevole la voce del cantante e le harmony vocals.
E’ con “Enough” che il disco decolla in maniera definitiva. Brano con atmosfere Jazz alla Steely Dan con sempre una bellissima e caratteristica voce quasi nera. Potente.
Da segnalare la personalità che dimostrano questi giovani ragazzi di Austin in “The Other Broadway”. Bellissima voce profonda per una ballata che con il piano e le atmosfere rimanda Bob Seger di Fire Lake. Strepitosa!!!
Si torna al R&B con “I Ain’t Running”. Piacevole e personale con le chitarre che si inventano jam interessanti e moderni.
“Gravity” riporta al blues e alle atmosfere care a CSN con particolare riferimento a Stephen Stills anni ‘70. Leggermente Psichedelica, di notevole spessore e molto orecchiabile. Sarebbe stato un buon hit d’annata.
Con “Free Again” torniamo a suoni più semplici e Country Rock con sempre la voce come punto a favore. Bella, profonda e roca quando occorre.
“Hurricane” è molto Southern Rock. Interessante e molto piacevole. Lynard Skynayrd? Direi di si.
L’ultima traccia “Gris Gris Satchel” riporta la band alla tradizione. Brano folk rock molto intenso che si caratterizza per l’alternanza delle bellissime voci soliste ed i cori molto piacevoli. Degno finale per un grande disco scoperto dopo qualche anno dalla pubblicazione ma meglio tardi che mai.
Una Band da seguire con attenzione nel prossimo futuro.
Buona musica a tutti.

Ascolta con Spotify

www.bandofheathens.com
www.youtube.com