My Favorite Tracks of 2013

Personale elenco delle miei preferite Tracks del 2013. Non sono in grado di fare una vera classifica in quanto le posizioni cambierebbero a seconda del giorno, dell’umore …. dalle circostanze. Inoltre non può considerarsi definitiva in quanto sicuramente ignoro l’esistenza di qualche lavoro fondamentale o interessante pubblicato nel corso del 2013.

 

Favorite Tracks:

Always Hate Me – James Blunt

Ballad of Larry Webb – JJ Grey & Mofro

Beer in the Headlights – Luke Bryan

Bring Your Love To Me – Avett Brothers

Captured – Gov’t Mule

Cecil Taylor – Jonathan Wilson

Do I Look Worried – Tedeschi Trucks Band

Don’t Want Lies – The Rides

Every Saint – Randall Bramblett

Feelin’ Brave – Blue Sky Riders

Flying Free (Internal Flight Part 4) – Estas Tonne

Forsaken Savior (Dave Matthews version) – Gov’t Mule

Fortune Son (w/Foo Fighters) – John Fogerty

Get Lucky (w/Pharrel Williams) – Daft Punk

Gone Baby Gone – Boz Scaggs

Gotta Get Over – Eric Clapton

Hard Times – Wild Feathers

Heartbreaker (w/Glenn Bidmead) – Kere Buchanan

If You Ever Get Lonely (John Waite song) – Love and Theft

I Say A Little Prayer (Cover) – Darden Smith

Love Calling (acoustic version) – Darden Smith

Morning Song – Avett Brothers

Never Be Another Next Time (w/Steve Clisby) – Kere Buchanan

Open Ended Life – Avett Brothers

Radiate – Jack Johnson

Regret – Poco

Right the Wrong – Steve Lukather

Royals – Lorde

Runnin’ Out of Air – Love and Theft

Say it’s not true (w/Jeff Back) – Roger Taylor

Shotgun – Band Of Heathens

Should’ve Listened – Travis Tritt

Sirens – Pearl Jam

The Ceiling – Wild Feathers

This River – JJ Grey & Mofro

When The World Gets Small (Steve Winwood version) – Gov’t Mule

Who You Love (feat. Katy Perry) – John Mayer

Windeer Woman – Blue Sky Riders (Kenny Loggins)

You Never Need Nobody – Lone Bellow

 

ITA TRACKS

Marco Mengoni – “L’essenziale”

Luca Carboni – “C’è sempre una canzone”

Ligabue – “La Neve Se Ne Frega”

Moreno – “Che confusione”

Claudio Baglioni – “Con Voi”

Elisa – “Ecco che”

 

“Benefit” ri…scoperto !!!

E’ fantastico scoprire perle del passato, nascoste, dimenticate o semplicemente mai incontrate. E’ il caso di “Benefit” dei Jethro Tull, disco considerato “minore” che in realtà è rimasto offuscato dal monumentale successo di “Aqualung“.

Era il 1970 quando Benefit fece la sua comparsa nel mondo discografico e rappresentava un certo cambiamento rispetto ai due album dell’esordio “This Was (1968) e “Stand Up (1969). Era in atto la metamorfosi della band da sonorità Rock e blues verso l’emergente Progressive Rock. “Benefit” delinea questo passaggio, come una sorta di crisalide del rock che di lì a poco diviene farfalla e prende il volo.

Con sorpresa e immenso piacere, invogliato dalla riedizione Deluxe comprendente la versione in 5.1 di cui sono particolarmente ghiotto, ho comprato e ascoltato l’album in questione. In verità pensavo proprio di conoscerlo ma invece è stato un vero stupore … un godimento dell’apparato uditivo.

L’album è fantastico !!! Si sentono già le basi per quello che poi è stato il capolavoro successivo … “Aqualung”, basta sentire “Nothing To Say” o la piena di significano “For Michael Cllins, Jeffrey and Me“. Oserei dire che forse potrei considerarlo anche migliore, proprio perché rappresenta l’origine del suono caratteristico dei Jethro Tull, l’embrione del loro sound tipico. L’audio 5.1 è incredibilmente cristallino, coinvolgente e perfetto, merito del mago Steven Wilson, producer e audio engineer molto ricercato nel mondo Progress. Non contiene brani particolarmente di punta ma tutti sono di alto livello e non arriva a spingersi verso sonorità Hard Rock, ma mantiene un profilo più pacato, sentito,  coinvolgente e soprattutto … sperimentale.

In conclusione, un fantastico album ri…scoperto. Meglio tardi che mai. Da una mia mancanza … una splendida scoperta.

Do you remember … Face Value !!!

Dopo aver vissuto il vero glorioso periodo acquistando il mitico LP “Face Value” di Phil Collins al momento dell’uscita … era il 1981, comprando poi quel fantastico supporto che doveva essere pressoché perfetto … il Compact Disc o più comunemente chiamato CD, passando anche per riedizioni successive garantite “superiori” … Audio Fidelity KT Gold Limited Numbered Edition, eccomi di fronte all’ennesimo esborso per questo incredibile album … download files in 24bit 96kHz da HDtracks. Il risultato è assolutamente grandioso e supera ogni limite uditivo. Non oso pensare oltre !!!

Invogliato da sconti, ho “preso” (parola grossa … ho solo dei grossi file) “Face Value” (81),  “Hello, I Must Be Going” (82) e “…But Seriously” (89) …. tre autentici capolavori.
Non intendo dilungarmi sulla bellezza dei brani per i quali si è già scritto tutto e di più, la mia intenzione è quella di evidenziarne la “pura” qualità sonora.

La premessa è d’obbligo … ci troviamo di fronte a capolavori assoluti anche sotto il profilo audio. Tutti e tre prodotti e curati dalle sapienti mani esperte di Hugh Padgham, già con Genesis e Police, e tecnicamente parlando pressoché perfetti. Il lavoro di adattamento al mondo HD audio non dovrebbe essere stato poi troppo impegnativo.
Il risultato è un suono perfetto, dinamico, caldo, equilibrato e assolutamente preciso. Lo spettro sonoro è riportato in maniera fedele e non c’è una sola frequenza che “stona”. Si riesce a ricollocare tutti gli strumenti nel fronte d’ascolto con accuratezza e precisione. Sembra di avere Phil e band proprio di fronte. Ovviamente la batteria è quella più in evidenza, ma lo era già all’origine. La seconda voce in “Another Day in Paradise” (di David Crosby) è sorprendentemente reale.

In definitiva e considerata la premessa iniziale, ci troviamo di fronte tre album già perfetti alla nascita, ma che vengono ulteriormente esaltati con impianti audio in grado di “gestire” adeguatamente queste versioni liquide a 24bit. Per quanto mi riguarda ne è valsa assolutamente la pena.

Segnalo l’esistenza anche delle versioni a 192kHz, ma dopo numerose prove e confronti, sono arrivato alla conclusione che l’orecchio umano, anche il più “allenato” e sensibile, non arrivi a recepire tali sottili differenze. Roba da “pipistrelli” …. il gioco non vale la candela o forse necessitano impianti HiFi oltre ogni ragionevole esborso economico.

 

Clapton mtv unplugged Deluxe

Ho ricevuto per posta “mtv Unplugged” di Clapton in versione Deluxe Doppio CD e DVD …. la pura consapevolezza di una spettacolare esecuzione.
A mio parere uno dei migliori live di manolenta e uno tra i DVD musicali migliori in assoluto.
Suoni perfetti, video migliorato ma non stratosferico … poco importa (al sottoscritto), eccezionale è la straordinaria qualità audio … da Oscar !!!
Segnalo la presenza di brani inediti catturati durante la sessione di prova e poi scartati per la “messa in onda”. Si tratta di “Circus” e “My Father’s Eyes”.
Ma la vera perla rara è l’intera registrazione audio e video della sessione di prova, presente come bonus del fantastico DVD.
Da non perdere.

The Avett Brothers – “Magpie and the Dandelion”

Partiamo dalle conclusioni … Questo nuovo album di The Avett Brothers lo colloco personalmente nella cerchia dei migliori lavori del genere “Americana” di sempre.
Magpie and the Dandelion” risulta molto più armonioso ed orecchiabile dei lavori precedenti e più vicini ai suoni ed alle armonie vocali tanto care alla premiata ditta Gary Louris & Mark Olson dei Jayhawks. Sentite “Morning Song” per intenderci … mi sembrerebbe decisamente la più emblematica. Tutto il lavoro è intriso di un piacevole sound più rock e ottimista rispetto al passato riflessivo e un tantino sfiduciato. Rimangono presenti i suoni tipici del Country alternativo tipico del loro già glorioso seppur breve passato. Intendiamo i, “Alternativo” giusto per tenere le dovute distanze dal Country tipico da hits USA … Made in Nashville.

image
L’inizio è da capolavoro con la ariosa “Open-Ended Life” per continuare con il capolavoro più intimista “Morning song“, la track migliore del CD insieme alla stessa song in versione acustica denominata “demo” presente in questa Deluxe Edition. Controcanto eccezionale e bellissime atmosfere country per entrambi i pezzi come per il successivo, ottimo, “Never Been Alive“. Anche “Another Is Waiting“, nella sua brevità, richiama i migliori Jayhawks. “Bring Your Love To Me” è splendidamente più sentita. Perfetto equilibrio sonoro con una qualità audio e di arrangiamento da Oscar.
Passando “Good To You” che trovo di poco inferiori alle precedenti, arriviamo all’acustica e sognante “Apart From Me“. Notevolmente profonda con un piacevolmente lavoro di chitarra.
Scorre piacevolmente anche “Skin and Bones” sempre con The Jayhawks come riferimento sonoro. Bella.
Souls Like the Wheels” è Live e personalmente non apprezzo questo genere di “inserimenti” in lavori da studio. Mi rendo conto che è un mio limite ma non apprezzò proprio. Il pezzo sarebbe pure interessante ma mi rovina il feeling del disco. Al limite piazzala come ultima track … Sorry!!!
Vanity” scorre via senza infamia e senza lode come pure “The Clearness Is Gone“, l’ultima dell’album fatta eccezione per le bonus della Deluxe Edition, le quali sono tutte in versione “demo”. “Vanity“, poco interessante rispetto alla versione definitiva. “Every Morning Song” totalmente acustica invece ha il suo perché è percome … eccome. “Another Is Waiting” è interessante. Bella come la studio version. Idem come sopra per “Bring Your Love To Me“. Molto intensa.
I testi non li ho ancora affrontati (il CD è uscito solo il 15/10/13) ma è un processo che affronto solitamente in un secondo tempo.

Le conclusioni le ho già sviscerate all’inizio. Disco imperdibile per chi ama queste sonorità. Per quanto mi riguarda entra di diritto nella mia personale top ten dei migliori lavori di questo 2013.

The Wild Feathers

Con estrema gioia promuovo una band U.S.A. fresca e molto interessante … The Wild Feathers. Le loro influenze sono illustri. Tocca, infatti, “scomodare” una moltitudine di mostri sacri del Rock. Giusto per citarne alcuni … Jayhawks, Lynyrd Skynyrd, Allman Brothers Band, Tom Petty & Heartbreakers, Eagles, CSN, Ryan Adams, ma anche un pò di Bob Seger & Silver Bullet Band, John Cougar Mellencamp and more.

Le loro caratteristiche principali sono l’interessante alternanza alle voci, le grandiose armonie vocali, l’uso sapiente delle chitarre e gli accattivanti riff, non dimenticando la notevole qualità compositiva dei pezzi. Proprio le tracks risultano dotate di una struttura melodica estremamente intrigante che solo i grandi riescono a realizzare. In ultimo sono anche dei discreti musicisti anche se non c’è nessuno dei componenti che si mette particolarmente in mostra. Per carità, non inventano nulla di nuovo. Il loro intento è seguire magistralmente le impronte dei maestri.

Ascoltando il CD appena spacchettato di questa nuova band, non posso fare a meno di notare le influenze sonore citate che, nonostante tutto, non tolgono nulla all’originalità espressiva dell’intero lavoro. Il tutto è sapientemente confezionati per lasciare l’ascoltatore a bocca aperta e con la mente impegnata a spolverare i meandri del proprio iPod cerebrale, alla ricerca delle “sorgenti” sonore perdute.

The Wild Feathers

In tutto l’album si respira aria di Southern / Country / Rock con un mix molto sapiente e straordinariamente maturo. Ottimo esordio discografico per una major e prodotto dal sapiente John “Jay” Joyce.

Si comincia bene con “Backwoods CompanyLynyrd Skynyrd, Tom Petty e Allman Brothers Band. Riff strepitosi per un Southern Rock bello tirato.

Segue “American“, brano con tracce di Eagles e Tom Petty nei suoni. Sempre riff molto accattivanti e chitarre ben presenti. Notevoli anche per le armonie vocali.

I Can Have You” è un pezzo alla Jayhawks … infatti figura anche il buon Gary Louris tra i numerosi autori del brano. Semplicemente strepitoso.
A seguire una track molto country a ricordare il migliore Ryan Adams o qualche Eagles song … “Tall Boots“.
Il quinto brano, “The Ceiling” è il migliore del lavoro. Interessante riff, ottimo crescendo, bella struttura melodica e fantastiche armonie vocali. Rimane di stampo country ma si spinge oltre …. oltre 6 minuti di instancabile musica. A tratti ricorda una marcia, nel ritornello accelera il passo con travolgente cambio di ritmo, in alcuni momenti rallenta e le note vocali risultano piacevolmente tirate, e mentre la canzone sembra finita, riparte in un canto liberatorio per riprendere in un degno finale. Semplicemente grandiosa.
Per quanto mi riguarda una delle tracks migliori di questo 2013 da una delle migliori Band vocali da molti anni a questa parte … Imperdibile.

Torniamo nei dintorni di Lynyrd Skynard con “Left My Woman“, track basata sulla multitudine delle voci. Armonie ariose alla Eagles con accativante alternanza alla Lead vocal da parte dei componenti delle “Piume Selvagge” (ne conto quattro … se non sbaglio). Una di queste risulta molto Southern, tipica dei Lynyrd Skynyrd
Con “I’m Alive” pur rimanendo personali, riescono a sfiorare la gloria di artisti come Tom Petty, John Cougar Mellencamp (più Cougar che Mellencamp) ma anche Ryan Adams o i mai dimenticati Jayhawks.
Arriva “Hard Wind” e torniamo nel profondo sud … Allman Brothers Band e gli Skynyrd con un riff alla Tom Petty & the Heratbreakers.

If You Don’t Love Me” è brano con la semplice struttura melodica alla Jayhawks e sfiorata da un Ryan Adams d’annata.
Altri sei minuti intensi … Allman Brothers Band, Lynyrd Skynyrd e disturbiamo anche Bob Seger per questa bellissima ballata dal finale a sorpresa. Si chiama “Hard Times“. Menzione particolare per la parte conclusiva del brano, completamente strumentale ed acustica. Sarebbe perfetta su un album della premiata ditta CSN.

Got It Wrong” canzoncina semplice, più commerciale. Per l’uso della doppia voce ricorda sempre i Jayhawks ma anche le Harmony vocals della Country Band Restless Heart.
Arriva l’ultima “How” risulta molto personale e porta la band verso sonorità velatamente soul. Un bellissimo pezzo con una bella voce e dalla struttura pianistica, impreziosita da magistrali e diversificati interventi chitarristici. Da considerare come intensa ballata. Se vogliamo sforzarci a trovare delle influenze, potremmo citare The Band.
Da segnalare che la versione download di questo lavoro presenta due brani in più che ancora non ho avuto il piacere di sentire. Le solite cazzate delle major discografiche. La prima Bonus track è “Kitchen Breeze“, song tipicamente country senza molte pretese. La seconda cattura particolarmente la mia attenzione. Ritmo cadenzato e sound country alternativo per “Wine & Vinegar” molto alla Jayhawks.  Disponibili anche in Spotify … album + bonus tracks.

In definitiva …. un ottimo album di Souther/Country … Classic Rock confezionato da una band al suo esordio discografico, e questo non è assolutamente poco. Se amate questo genere e gli artisti menzionati, non potete assolutamente lasciarvi sfuggire questo lavoro.
In testa senza discussioni alla mia personale classifica di miglior album dell’anno.
Sono nuovi ma suonano già grandi … The Wild Feathers. E’ questo è solo l’inizio.

Fanfare …. Jonathan Wilson

Dopo il sorprendente “Gentle Spirit” del 2011 Jonathan Wilson va oltre e stupisce ancora. Il nuovo Album “Fanfare“, come il precedente, è completamente fuori dal tempo, immerso nelle sonorità tipiche anni ’70. Provate a farlo sentire senza dire nulla ad un reduce di Woodstock e penserà di averlo perso nei meandri degli scaffali dei negozi di dischi di quel glorioso periodo.

wilson_fanfare

Ma chi è Jonathan Wilson? Questa è la domanda che vi verrebbe posta. Bene, la risposta dovrebbe essere: “un ragazzo americano classe ’74”
Aspettatevi un “ma che cazzo dici? Mi prendi per il culo?”
A quel punto sarete costretti a dire che il “ragazzo” si chiama Jonathan Wilson e suona chitarre, piano, tastiere, batteria … multistrumentista, il quale ha pubblicato nel 2013 questo album composto, prodotto, registrato, arrangiato e mixato da lui in persona. Come se non bastasse, nel disco compare chi a Woodstock era protagonista o comunque annusava già quell’aria … David Crosby, Graham Nash e Jackson Browne.

Rispetto al lavoro precedente, Jonathan esce dai dintorni di Laurel Canyon (strada che attraversa le colline di Hollywood e Los Angeles, rifugio della cultura alternativa e musicale anni settanta) per trasferirsi in una Londra post Beatles e pre Pink Floyd, pullulante di psichedelica e Rock progressivo. Infatti l’attuale suono racchiude una moltitudine di influenze di quegli anni. Una sorta di West Coast Music seventy amalgamata al sound Rock Psichedelico e Progress tipicamente English. I riferimenti rimangono solidamente in mano ai grandi del genere, ovvero: Crosby Stills Nash & Young, Joni Mitchell, Jackson Browne, The Byrds, Chris Hillman, Gene Clark, Michael Clarke, Roger McGuinn, Frank Zappa,  Bonnie Raitt, John Hall, The Doobie Brothers, ma anche Springsteen, The Doors e molti altri artisti che transitavano quei mitici luoghi. Da questo ambiente prese forma il mitico progetto “No Nuke” per intenderci. In suoni in Fanfare, oltre ad essere influenzati dagli artisti appena menzionati, si scorgono chiari riferimenti ai Beatles del periodo Revolver/Abbey Road e ai Pink Floyd pre The Wall.

Veniamo all’album …. Inizio dai suoni epici con “Fanfare” e non poteva esserci titolo ed inizio più azzeccato. Sperimentale !!!

Dear friend” inizio da altri tempi, tra Beatles e suoni inizio anni ’70 alla CSN&Y e Traffic con qualche momento alla Eagles del periodo “Desperado“. È un pezzo lungo con una splendida parte strumentale finale perfettamente collocata nel periodo Psichedelico e progress della West Coast … ma non solo. Variegata !!!

Con “Her Hair is Growing Long” sembra di sentire una suite alla David Crosby, amico di Wilson che sentiremo collaborare direttamente più avanti in questo lavoro. Track prevalentemente acustica, suonata in maniera cristallina e intimista. Remember … !!!

Arriva il momento del Rock con “Love to Love” e siamo nell’emisfero Tom Petty. Track con ritornello orecchiabile e ottimi cambi di ritmo. Splendida !!!

Non facciamoci fuorviare dal titolo, “Future Vision” rientra nelle sonorità generali dell’intero album con barlumi di “Abbey Road” e Floyd . Prevalentemente mi riportano al sound tipico dei 10cc. Grandissimo pezzo dai molteplici cambi di sonorità e dai svariati colori. Past to present !!!

Moses Pain” ha ospiti illustri … Jackson Browne e Graham Nash, due tra le voci più caratteristiche di quel periodo e non solo. Il brano sembra uscire tra i solchi perduti di un album di Browne. Il finale è da Eagles. Quasi imbarazzante il ricordo a “Desperado”. Bellissima !!!

L’acustica “Cecil Taylor” sembra composta da David Crosby. Proprio per questo compare David con l’amico fidato Graham per restituire le perfette sonorità cara a CN di quel mitico periodo. Lunga e dalla struttura diversificata rappresenta il capolavoro dell’album. Cristallina e delicata … il brano più riuscito. Magistrale !!!

Illumination” apre alla memoria di band come The Black Crowes. Forse per l’uso di effetti dipo wah wah o per suoni sporchi quel tanto che basta. Distorta !!!

Ora ho capito … il riferimento ai Pink Floyd nasce anche per la somiglianza della voce e del cantato tra Jonathan ed il buon Roger Waters. In “Desert Trip”  si nota in maniera più palesata. Evocativa !!!

Fazon” mostra evidenti influenze e strizza l’occhiolino alla Steve Miller Band. Suoni puliti e fiati in bella evidenza. Molto orecchiabile … vi metterete a cantare anche voi “Fa fa fa fafafafazon fazon fazon” Un sicuro brano da classifica …. 30 anni fa. Interessante !!!

Continuando il cammino già intrapreso dal precedente album del sound tipico del Laurel Canyon, ci imbattiamo in “New Mexico“. Sarebbe perfettamente plausibile in un primo album di Eagles (On the Border) come in quello dei migliori Traffic (John Barleycorn Must Die) oppure di CSN&Y (Déjà vu) anche se il solo di chitarra ricorda David Gilmour. A mio personale parere, la track migliore dell’album. Grandiosa !!!

Lovestrong” altro capolavoro. Lunga e con divagazioni sonore e strumentali di notevole impatto. Uscendo dal seminato, quasi alla Pink Floyd. Intensa !!!

Conclude il lavoro “All the Way Down“, un brano impegnativo dalle sonorità più classiche e intense. Impegnativa !!!

Musica sicuramente derivativa, ma non copiativa ….. magari commemorativa, evocativa di un periodo ben preciso e irripetibile . Di questi tempi averne di album di questo tipo e con questa levatura. La partecipazione dei suoi colleghi … i mostri sacrei, deve essere sicuramente il giusto riconoscimento al cammino di questo artista.
Un insieme di tante influenze … molta unicità. Lunga vita al Rock californiano, al sound West Coast seventy, in attesa della prossima sicura sorpresa. Segnatevi questo nome … Jonathan Wilson.

Kid Rock “Rock on” …. un brano che non ti aspetti

“Rock on” …. un brano che non ti aspetti! Bob Seger style !!!!!
Un disco che non ti aspetti … “Born Free” del 2010. Ma anche l’ultimo “Rebel Soul” del 2012, come pure “Rock n Roll Jesus” del 2008. Tre dischi …. che non ti aspetti.
Grande Kid Rock e il suo cambio di rotta musicale. Aspetto con fiducia il prossimo capitolo.
Rock on, baby rock on
You ain’t got nothing to lose, that ain’t already gone
And may the good Lord God bless you, and help you along
Now baby rock on

Blue Sky Riders – Finally Home

Blue Sky Riders

Qualche mese fa ho appreso la straordinaria notizia di un nuovo progetto discografico in cui vedeva coinvolto uno dei miei miti West Coast … Kenny Loggins. Questo progetto prende il nome di Blue Sky Riders ed il sua opera prima “Finally Home“.
Apprendo i nomi dei restanti componenti del gruppo: Georgia Middleman e Gary Burr.
Prendo ulteriori informazioni e scopro che Gary Burr è stato membro del gruppo Pure Prairie League dal 1982 al 1985. Ha inoltre scritto e prodotto numerosi lavori in ambito country per artisti di grande rilievo: Garth Brooks, LeAnn Rimes, Collin Raye, Patty Loveless, John Berry, “Bus Ride”- Suzy Bogguss, Tim McGraw, Billy Ray Cyrus, Faith Hill, Lynyrd Skynyrd. Ha prodotto parte dell’album “Back With a Heart” del 1998 di Olivia Newton-John.
Georgia Middleman ha tre album all’attivo nel periodo di inizio millennio e alcune collaborazioni importanti quali Radney Foster, The Kinleys, Keith Urban, Tracy Lawrence, Sarah Buxton.
Inizio l’Ascolto appurando che tutte le tracks sono composte dal trio con pochissime eccezioni.

Scoppiettante inizio con “I’m A Rider (Finally Home)” una country/rock song molto piacevole, cantata in prevalenza da Gary Burr. Gli interventi di Kenny Loggins sono molto piacevoli ma, purtroppo, poca cosa. Si evidenzia il cambio di ritmo con il cantato di Kenny. Personalmente amo questo genere e la track la trovo molto bella. Peccato perché Kenny avrebbe potuto contribuire maggiormente …. alla grande.

How’s That Workin’ For Ya” è una bella ballata cantata da Kenny e supportata dalle piacevoli voci intrecciate dei due restanti compari e dai vari interventi di chitarra. Richiama alcune cose dell’ultimo Kenny solista.

Little Victories” è cantata prevalentemente da Georgia Middleman ed è una pura “Kenny Song” anche più della precedente. Molto struggente. La mia preferita ma sono molto di parte. Infatti vede la collaborazione aggiuntiva, nella sola fase compositiva, di Richard Marx, amico di Kenny. Bellissima track anche se a mio parere la Lead Vocal di Loggins avrebbe reso sicuramente meglio (chiedo umilmente perdono alla ragazza).

Buon ritmo per “Just Say Yes“, una ulteriore track dalla chiara impronta “Kenny Loggins”. Questa volta siamo nel periodo anni ’80/90. Ballabile.

Feelin’ Brave” ha l’inizio dai sapori irlandesi e della terra di frontiera, ai margini delle prateria del West ma con un brusco “ritorno” alle sonorità tipiche anni ’70. Infatti, il richiamo al periodo Loggins & Messina è molto forte. Ci sono tutti gli ingredienti presenti in “Mother Lode”. Cambi di ritmo si susseguono a intrecci vocali e armoniosi cori, con interventi di violino e strumenti tipici country/folk. Un perla d’altri tempi.

La successiva song, “You’re Not The Boss Of Me“, cade nel banale della country pop song di mestiere ma con alcuni chiari riferimenti al passato di Kenny che un pò la salvano dall’anonimato.

Cantata prevalentemente da Gary Burr con il supporto di Georgia, “Another Spring” è una ballata country molto da chart USA. Sono i pochi interventi vocali di Kenny a renderla speciale.

Dream” è il primo singolo estratto e risulta molto pop. Prevale la voce femminile. Molto intriganti gli stacchi. Sound accattivante. Molto bella.

Arriviamo a “A Thousand Wild Horses“, ballata di Gary con solo chitarra, voce e poco più. Kenny praticamente inesistente. Senza infamia e senza lode.

I Get it” è una tipica canzoncina country/pop. Svetta la voce di Kenny che qua e la fa breccia nelle trame del brano. Interessante il momento di Kenny con anche un bel lavoro di batteria. Rispetto all’interezza del pezzo è poca cosa … però.

Arriviamo a “Say I Like it“, un brano che ricorda gli Eagles ultima maniera soprattutto per l’intreccio delle chitarre. Sarà anche e soprattutto per la presenza della slide di Joe Walsh in evidenza e del gradevole sax in accompagnamento. Cantata da Georgia, Kenny si sente mooooolto in lontananza nei cori di accompagnamento.

Improvvisamente ci ritroviamo immersi nel puro “Loggins sound”. “Windeer Woman” capolavoro del nostro. Interamente eseguito dalla sua voce con solo alcuni interventi in backing vocals da parte dei due “soci”.
Cosa dire? Ballata “chitarra e voce” da urlo. Ricorda gli anni d’oro e le composizioni anni 70. Perla di rara bellezza. A ribadire le grandi doti canore e di songwriter di Kenny. Perfetta!

As Lucky Would Have It” è una track piacevole di country rock americano caratterizzata da un buon impasto vocale del trio anche se “vince” il gentil sesso. Prevale, infatti, la voce di Georgia. Stupendo l’intervento vocale di Kenny prima del piacevole intermezzo strumentale.

In “You Took The Words (Right Outta My Mouth)” prevale la voce di Garry. Pop song carina e di mestiere. Solite armonie vocali in evidenza. Bello lo stacco finale ma niente più.

Arriviamo all’ultima track ma non è una vera novità. “How About Now” è già presente sul Cd di Kenny del 2008 qui in versione country. Cantata proprio da Kenny con i soliti interventi armonici dei compagni. Preferisco la versione originale….sorry!

Registrato tra Los Angeles e Nashville, al disco partecipano, oltre al già citato Joe Walsh, diversi session man tra cui Dan Dugmore, George Hawkins Jr, Michael Rhodes, Peter Asher e Scott Bernard.
In definitiva è un lavoro molto piacevole. Chi ama veramente Kenny non sarà molto contento in quanto sono presenti diversi elementi “estranei” al mondo Loggins e più indirizzati alle chart Americane ed alla pop/country music di “mestiere”, ovvero quella che spesso si ascolta e si dimentica nel giro di una stagione.
Personalmente lo considero un ottimo lavoro, anche perché non disdegno affatto il Country/Rock anche con deviazioni pop. Apprezzo questo progetto di fusione creativa tra tre elementi diversi. Penso che vada fatto un plauso a Kenny per questa interessante iniziativa e perchè è quello che ci mette più credibilità. I veri capolavori hanno la sua netta impronta musicale, ovvero “Windeer Woman“, “Feelin’ Brave“, “Little Victories” e “How’s That Workin’ For Ya“. Consigliato agli amanti di Kenny e delle ballate West Coast sognanti. In ricordo del concerto di Milano al mai dimenticato “Teatro Ciak”.